Sillabari corali: “H”

A HYMN OF ST. COLUMBA

per coro misto, e organo (1962)

di Benjamin Britten

Un paio di giorni prima che il 1962 – un anno al quale ci si affeziona per vari motivi – volgesse al termine, Benjamin Britten ultimò la composizione di A Hymn of St. Columba, per coro e organo.

Il testo è attribuito a San Columba di Iona, un monaco irlandese che, nell’Alto Medioevo, si spese per l’evangelizzazione delle popolazioni scozzesi.
I versi sono pervasi da un senso di inquietudine, come se qualcosa di drammatico fosse sul punto di accadere. L’imminente giorno del giudizio. Gli orrori e i tormenti che subiranno i malvagi nel giorno del giudizio sono ormai prossimi. Insomma, un testo-parafrasi del Dies irae.

Regis regum rectissimi
prope est dies Domini
dies irae et vindictae,
tenebrarum et nebulae,
Regis regum rectissimi.

Diesque mirabilium
tonitruorum fortium,
dies quoque angustiae,
maeroris ac tristiae.
Regis regum rectissimi.

In quo cessabit mulierum
amor et desiderium
nominumque contentio
mundi hujus et cupido.
Regis regum rectissimi.

 


Questa piccola composizione corale di Britten fa seguito a un lavoro di grandi proporzioni e impegno, il War Requiem. In A Hymn of St. Columba si coglie l’eco del clima tremendo evocato nella precedente grande opera. Anche qui, un’atmosfera apocalittica incombe. Il rombo prodotto dall’ostinato ritmico di semitoni, sagacemente affidato alla pedaliera dell’organo, alimenta il clima d’angoscia.

Si trasfigura l’ostinato ritmico, allorché viene trasferito nella tessitura superiore dell’organo. Appare ora come una vellutata increspatura, che si sfrangia in pennellate cromatiche, segno dell’incertezza e della vulnerabilità del destino dell’uomo.

Es. 1, da A Hymn of St. Columba (1962)

Significativi sono alcuni passaggi armonici.
Ha un valore strutturale il nesso tra re min. e fa min.

S’ode una libera successione di triadi, che immaginiamo rappresentino gli squilli che annunciano il giorno del Giudizio.

Le oscillazioni tra triadi maggiori e minori – o meglio, tra modo lidio e modo frigio – interpretano l’inquietudine all’approssimarsi del temibile giorno.

Es. 2, da A Hymn of St. Columba (1962)

La compagine vocale è trattata in forme cangianti.
Ma su tutte domina il tema iniziale. Esso attacca in ottava, veemente ed irruente. E s’impone come idea dominante dell’intera composizione. Successivamente viene ripreso in canone. E’ come un ondata travolgente, che sembra alludere all’impeto e al fervore dello spirito missionario di San Columba.

Es. 3, da A Hymn of St. Columba (1962)

A Hymn of St. Columba non ha le dimensioni di un grande affresco musicale gotico, ma ne condensa – con maestria – le variopinte, tumultuose e contrastate sonorità.



Benjamin Britten, A Hymn of St. Columba (1962), per coro misto e organo

Es. 1, da A Hymn of St. Columba (1962)
Es. 2, da A Hymn of St. Columba (1962)
Es. 3, da A Hymn of St. Columba (1962)

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