Alla fine della prima sezione degli Unsichtbare Chöre (Cori invisibili, 1979) di Karlheinz Stockhausen è inserito un inedito e suggestivo gioco sonoro.
Si tratta di un flusso di clic prodotti dallo schioccare della lingua contro il palato.
La trama sempre più fitta dei colpi di lingua tramuta l’effetto da semplice gocciolio a cascata d’acqua.
Unsichtbare Chöre è una composizione per coro rimontato in studio e riprodotto su nastro, dove la polifonia è moltiplicata fino ad un livello di 180 voci.
L’autore auspica una particolare esperienza d’ascolto, allorché le 8 tracce del nastro siano diffuse da altoparlanti che circondano il pubblico.
L’effetto pertanto sarà simile a quello che si può sentire nel profondo di un’ampia caverna dalle cui pareti trasuda uno stillicidio d’acqua.
Stockhausen, “Unsichtbare Chöre”