Abbiamo tutti un grosso debito verso i poeti.
Ho trascorso una vita a leggere e ascoltare le sapienti lezioni di professori che parlano di come bisogna farsi intendere dai bambini.
I versi di Cappello, invece, non sono lezioni, ma illuminazioni sulle emozioni delle piccole creature, sguardi sui moti della natura in un angusto giardino, metaforiche miniature del macrocosmo, in cui si consuma il nostro vivere. Una vera scuola, fuori dalla scuola.
I poeti sono i fari dell’esistenza.
Attraverso i versi dei poeti possiamo esplorare gli “inniò”: i luoghi che ragione, scienza, fede e ideologia non sanno rischiarare.
Il debito nei confronti di Pierluigi Cappello l’ho sentito fin da subito.
C’è voluto del tempo, qualche anno, ma ora un modesto contraccambio musicale è compiuto.
Grazie, Pierluigi!