Marco Berrini alla RSI – “Tre piccoli epitaffi”

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Quello che segue è un estratto di un intervento di Marco Berrini dalla trasmissione radiofonica Jukebox 900 della Radiotelevisione Svizzera in lingua italiana. Questa puntata di Jukebox 900 (una chiacchierata con musicisti, compositori, giornalisti musicali sulla musica contemporanea, dai Beatles al jazz, dalla world music alla musica accademica), dedicata alla musica corale, è andata in onda domenica 27 ottobre 2013, alle ore 20,00, in diretta radiofonica.
Nel suo intervento Marco Berrini parla di Tre Piccoli Epitaffi, un lavoro che ha eseguito ed inciso con il Coro da Camera del Conservatorio di Alessandria e che è contenuto nel CD teenc@nta (Feniarco, FEN 002), allegato all’omonimo volume curato dalla FENIARCO (PIZZICATO, Udine, 2006, P.480 E. – ISBN 88-7736-480-7).

[audio:https://www.maurozuccante.com/wordpress/wp-content/audio/RTSI-Berrini-Zuccante-27Ott2013.mp3]

Si tratta di tre brevi composizioni per coro giovanile, a cui si uniscono due tastiere (pianoforte e organo elettronico) e piccole percussioni.
La parte letteraria sintetizza le storie esemplari di tre giovani vite, anzitempo levate dall’esistenza terrena. Ho trovato i testi leggendo le iscrizioni delle più vecchie lapidi del cimitero del mio paese. Quella della Contessina Andreina Viola, morta – ancora adolescente – di tisi nel 1931. Quella di un giovane ardito vittima, nel 1938, dei temerari ideali dell’epoca. Quella di un neonato prematuramente sottratto all’affetto dei suoi cari.
Lo stile ricalca la maniera del madrigale. In ciascun brano, prende forma un’immagine sonora (madrigalismo, appunto) che espande la commozione di un verso. Il gesto della mamma che desolatamente chiude i «grandi occhi pieni di cielo» di Andreina: voci e strumenti si spalancano in tutta pienezza. Lo slancio dell’anima ansiosa e bellicosa, che, «fascisticamente» (c’è una citazione della canzone Giovinezza), si protende e ricade dal cielo: dopo il “botto” di un cluster, voci e strumenti glissano in basso gravemente. L’azione divina che coglie e trapianta nel «giardino celeste» il tenero fiore: il dolce suono di un carillon strumentale culla le voci che dolcemente si allontanano e svaniscono in alto.

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1. LA CONTESSINA ANDREINA VIOLA

Gentilissimo fiore
A quanti lo conobbero
Largì profumi e sorrisi
Di giovinezza verginale
Le chiuse
I grandi occhi pieni di cielo
La mamma desolata

(1931)

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2. LA BREVITA’ DELLA VITA

La brevità della vita trascese
La volontà pura eroica
L’ansia dell’anima
Fascisticamente lanciando
oltre la possibilità terrena
al cielo

(1937)

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3. IL GIARDINO CELESTE

Eri un fiore e Iddio ti colse
Per trapiantarti
Nel giardino celeste

(1935)

M. Zuccante, Tre Piccoli Epitaffi, Coro da Camera del Conservatorio di Alessandria, M. Berrini dir.

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