I ruminanti

Beethoven

Nel 1794 Beethoven compone un lied intitolato Seufzer eines Ungeliebten – Gegenliebe, la cui melodia suona come un anticipo del celebre motivo della gioia che verrà utilizzato nel Finale della IX Sinfonia.

Beethoven-Gegenliebe



Beethoven, “Gegenliebe”


Nel 1808 Beethoven ritorna sulla melodia del lied giovanile, per farne il tema principale della Fantasia corale in do min., per pianoforte, coro e orchestra. Una composizione che viene considerata, nel suo complesso, come la prova generale per il Finale della IX Sinfonia.



Beethoven, “Fantasia Corale op.80”


Finalmente nel 1824 la melodia di Seufzer eines Ungeliebten – Gegenliebe, opportunamente limata, tornita ed aggiustata, accompagnerà le parole dell’Inno alla gioia di Schiller.



Beethoven, “IX Sinfonia”


Uno dei temi musicali che ci sono oggi più familiari, elementare nella sua forma – ruota attorno a sole 5 note! – in realtà frulla per 30 anni nella testa del grande compositore. Insomma, una vicenda che non avvalora l’ipotesi dell’immediatezza di una grande trovata musicale. Anzi, vien da dire che alcuni compositori sono, per loro natura, affini ai ruminanti!

NinoRota

Mi sono recentemente imbattuto in una canzone scritta da Nino Rota per le musiche di scena de L’impresario delle Smirne di Carlo Goldoni, messo in scena a Venezia nel 1957 da Luchino Visconti.

Rota-manoscritto

Nel 1972, quindici anni dopo, l’aria della canzone diventerà il malinconico motivo di valzer che accompagna alcune scene del film Il padrino di Francis Ford Coppola. Nino Rota, un altro ruminante?



Rota, “Valzer” (Il padrino)


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L’è peso el tacon del buso

GPucciniA cosa si può riferire in musica l’espressione veneta L’è peso el tacon del buso?

Penso immediatamente a Turandot. Puccini lascia l’opera incompiuta nel punto in cui un commosso corteo funebre accompagna mestamente fuori scena il corpo di Liù. Malgrado abbia avuto a disposizione un intervallo di tempo di circa un anno prima di morire, il compositore non è riuscito a risolvere un’evidente difficoltà drammaturgica: la trasformazione di carattere della “Principessa di gelo” in credibile donna innamorata. Insomma, vien da pensare che egli abbia volutamente ceduto all’ipotesi di lasciare il buso.

Alla morte di Puccini, Franco Alfano ha accettato l’incarico di mettere un tacon all’opera incompiuta. Uno strombazzante tacon che stride insopportabilmente con la parte compiuta da Puccini, proprio perché (ma non soltanto per questo motivo) esso è immediatamente accostato al sublime momento di verità poetica che la morte di Liù rappresenta.FAlfano

Una curiosa affinità di missione accomuna l’Alfano compositore al suo omonimo contemporaneo Ministro della Giustizia. L’uno ha realizzato un tacon in musica, l’altro ha cercato invano di aggiustare i guai giudiziari del Primo ministro confezionandogli un tacon di legalità su misura.



Puccini, “Tu che di gel sei cinta” (Turandot)


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Il soldato Antonio Vivaldo

Nel settore rivolto a nord dell’Ossario di Cima Grappa c’è il cimitero Austro-Ungarico.
Si dice che dal 1935 avviene un fatto curioso, inspiegabile e affascinante.  Sulla lapide contrassegnata dal numero 107 mani ignote posano ogni giorno fiori di campo, sassolini di montagna e piccole conchiglie.
In quella tomba ci sono le spoglie di un soldato il cui nome è Peter Pan.
La storia ha incuriosito molti. C’è chi ha fatto ricerche, scritto libri e prodotto film sul soldato Peter Pan.

PeterPan

Ho visitato recentemente l’Ossario del Monte Grappa e, naturalmente, mi sono soffermato di fronte alla lapide di Peter Pan. Ma mi interessava altresì verificare se, dalla parte italiana, potesse esserci la tomba di un prozio (tal Giovanni Mella), dato per disperso nella Grande Guerra. Non l’ho trovato. Passando, però, in rassegna gli oltre duemila sacelli di militi identificati, mi imbatto nel soldato Antonio Vivaldo! L’inizio per una nuova storia?

AntonioVivaldo



Vivaldi, “In furore” (mottetto RV626)


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