Nel 1705, il ventenne Johann Sebastian Bach affrontò un viaggio a piedi di circa 400 chilometri (da Arnstadt a Lubecca), per ascoltare Dietrich Buxtehude, allora famosissimo maestro nell’arte organistica, alle prese con le Abendmusiken.
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Lubecca, Marienkirche, prima del 1942
Oggi, un giovane studente, arricchisce la propria formazione comodamente da casa, aderendo a un percorso di approfondimento, offerto dalla didattica a distanza. Opportunità tecnologica, attraverso cui si è cercato di compensare la forzata interruzione degli spostamenti, a causa del Covid-19 (tra l’altro – a detta di alcuni – un riassetto, che, in futuro, potrebbe costituire un vantaggio per il decongestionamento e il rispetto dell’ambiente).
Ma il coinvolgimento emotivo, determinato dal fatto di essere fisicamente presenti, gioca un ruolo fondamentale nell’esperienza formativa: imprime ad essa il marchio dell’apprendimento indelebile.
Inoltre, quanto forte e impellente dev’essere stata la motivazione che spinse un giovane, all’alba del XVIII secolo, ad affrontare e sopportare la fatica di un viaggio di 400 chilometri a piedi «per apprendervi vari aspetti relativi alla sua arte» (sono parole di Bach stesso)!
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Probabile ritratto di Bach da giovane
Fatica del tutto imparagonabile all’agio, in virtù del quale, d’ora in avanti, sarà possibile (anche per capriccio, o noia) accedere a specializzazioni on-line.
Insomma, il valore di un’esperienza formativa di alto livello è dato anche dal costo fisico che ne comporta l’accesso.
Sono convinto che “muovere il culo” (mi si perdoni l’espressione) faccia bene, anche in questo senso.