Sillabari corali: “B”

THE BEATITUDES

per coro misto e organo (1990)

di Arvo Pärt

La composizione di The Beatitudes, per coro e organo, risale al 1990.
Il testo evangelico (impiegato in lingua inglese) prende forma sonora sulla base delle norme stilistiche dell’originale sistema compositivo, messo a punto da Arvo Pärt, a partire dalla metà degli anni settanta. Questo sistema – detto tintinnabuli – traduce efficacemente, in linguaggio musicale, l’esperienza mistica religiosa e i contenuti ontologici e simbolici, riferiti dai testi sacri. Un sistema in cui la presenza di suoni e pause è equamente distribuita, in quanto pensato per generare eventi sonori in contatto con le fascinose riverberazioni degli spazi acustici di una chiesa (“suono-cattedrale”).
La prosodia del testo è realizzata musicalmente da una doppia sottolineatura delle sillabe toniche delle parole chiave di ciascun verso («blessed», «spirit», «kingdom», «heaven», e così via). Prima sottolineatura, l’urto dissonante tra la nota della melodia e la nota della vox tintinnabuli ad essa associata; seconda sottolineatura, l’allungamento temporale della nota stessa.

estratto n.1


L’iterazione delle affermazioni («Blessed are the poor in spirit… Blessed are they that mourn… Blessed are… Blessed are…») è sostenuta da successive trasposizioni tonali verso l’alto (dal tono di Fa a quello di Do#). Una novità, se consideriamo che Arvo Pärt, nelle opere precedenti, aveva circoscritto il processo-tintinnabuli ad ambiti monotonali. Un climax che conduce all’apoteosi dell’«Amen». Punto culminante (1), in cui la tensione accumulata dalle voci si scarica nel postludio dell’organo che, da solo, ripercorre a ritroso e in diminuendo lo schema armonico (da Do# a Fa).

estratto n.2


Quando si approfondisce lo stile di Arvo Pärt – si va cioè oltre l’emozione dell’ascolto -, si ha la sensazione che il sistema-tintinnabuli costituisca una sorta di gabbia di sicurezza. Uno stabile e regolato “ritiro privato” (più sobrio rispetto a quello elaborato delle tecniche seriali, da cui lo stesso compositore si è con caparbietà allontanato), ma pur sempre uno stratagemma per esorcizzare lo spettro del caotico e di un’incontrollabile complessità.


(1) Un analogo coup de théâtre è presente in un brano, del 1987, di John Tavener, God is with us (A Christmas Proclamation). La potente e debordante sonorità dell’organo pleno irrompe con sensazione in chiusura del pezzo.

estratto n.3



Arvo Pärt, The Beatitudes (1990), per coro misto e organo

estratto n.1
estratto n.2


John Tavener, God is with us (1987), per coro misto, tenore e organo

estratto n.3

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