UNENTRINNBAR
op. 27 n. 1, per coro a cappella (1925-26)
di Arnold Schoenberg
Unentrinnbar (Inevitabile), primo dei Quattro pezzi per coro, op. 27 (1925-26), è un brano emblematico, per inquadrare, sinteticamente, la “doppia missione” di Arnold Schoenberg.
Quale doppia missione? Da un lato, il perseguimento di un’ideale di responsabilità etica dell’artista (evidenziato dal carattere di messaggio morale contenuto nel testo poetico); dall’altro, l’attenzione al rigore strutturale del linguaggio musicale, trattandosi di una delle prime stesure in stretto stile dodecafonico.
Lo stesso Schoenberg è autore del testo letterario. Una breve lirica, in cui si parla dell’inevitabile osservanza del dovere, che sta all’origine di ogni autentica intrapresa artistica. La consapevolezza di questo obbligo è stata imposta da un dio inclemente; e non si tratta di una condizione invidiabile. Ma, in conclusione, si dice che proprio ciò è motivo di invidia.
Tapfere sind solche, die Taten vollbringen,
an die ihr Mut nicht heranreicht.
Sie besitzen nur die Kraft, den Auftrag zu konzipieren
und den Charakter, ihn nicht abweisen zu können.
War ein Gott noch so ungnädig, ihnen Erkenntnis ihrer
Lage zu gewähren, dann sind sie nicht zu beneiden.
Und darum werden sie beneidet!
[I prodi sono quelli che compiono imprese,
per le quali non basta ad essi il coraggio.
Essi possiedono solo la forza di concepire l’assunto
e il carattere di non poterlo rifiutare.
Se un Dio fu tanto inclemente da concedere ad essi coscienza del loro stato,
non sono degni di invidia.
Ed è per questo che vengono invidiati!]
Per quanto concerne la scrittura musicale, questo lavoro si colloca negli anni in cui il compositore austriaco mise a punto la tecnica dodecafonica. Ricordiamo, infatti, che la prima composizione interamente dodecafonica di Schoenberg, la Suite per pianoforte op. 23, è datata 1921-23.
In particolare, in Unentrinnbar, sono facilmente leggibili gli schemi fondamentali della disposizione della serie di 12 suoni: originale (O), inversione (I), retrogrado (R), inversione del retrogrado (IR).
La prima parte (più ampia e concitata) è costruita come un canone doppio con inversione di intervalli.
Il breve finale (ultimo verso del testo «Und darum werden sie beneidet!») si presenta, invece, come una svolta, sia sul piano espressivo, che su quello della scrittura. Infatti, dopo i tempi di pausa generale, che separano le due sezioni, le voci dapprima declamano con enfasi le parole «Und darum», in forma accordale; quindi, tornano a dividersi per concludere, svanendo, in stringato stile imitato.
La contrapposizione espressiva tra le due sezioni del brano è coerente, quindi, con il contenuto del testo letterario. L’ultimo verso, infatti, che rappresenta un’antitesi concettuale, viene musicato con carattere nettamente contrastante.
Insomma, due opposti tenuti insieme dall’equilibrio della forma.